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Doppio legame: amami a modo mio!

La comunicazione rappresenta la base di ogni relazione umana e si articola attraverso un duplice canale, uno verbale (di contenuto) e l’altro analogico (non verbale) caratterizzato da gesti, tono della voce, postura, mimica facciale, sguardo, movimenti del corpo, entrambi portatori di un messaggio specifico per il ricevente e che sottende la relazione.
Ma cos’è il doppio legame o double bind all’interno di una relazione?
Si tratta di una situazione che si viene a creare quando tra due persone, legate da una relazione emotivamente significativa, si verifica una incongruenza tra la comunicazione verbale e quella non verbale in cui l’una sembra contraddire l’altra e il cui risultato è un’ambiguità che blocca il ricevente non consentendogli di rispondere ad una tale comunicazione paradossale e facendogli sperimentare la sensazione di non avere una via di uscita.
Secondo Bateson, l’autore di tale teoria, inizialmente utilizzata per spiegare le origini e le cause della schizofrenia, la persona coinvolta in una situazione di doppio legame viene investita da due messaggi ugualmente rilevanti ma dal contenuto completamente opposto l’uno all’altro cui, non riuscendo ad analizzare il significato di tale comunicazione, diventa incapace di dare una risposta adeguata per l’inviante.
L’impossibilità di scelta di risposta tra i due messaggi è dato dalla presenza di un paradosso in cui ognuno dei due messaggi afferma e nega contemporaneamente un concetto.
Un esempio di comunicazione paradossale che porta ad un doppio messaggio e quindi ad un doppio legame è l’ingiunzione “Sii spontaneo!”.
In questo caso, infatti, l’invito ad essere spontanei rappresenta un paradosso perché, nel momento stesso in cui si invoca una spontaneità, si contraddice la sua natura volontaria inficiandone l’autenticità per cui l’essere spontaneo, obbedendo ad un ordine, diventa un’azione impossibile da compiere.
Ciò invalida la relazione perché subisce continue disconferme e, se perpetrato per lungo tempo e con costanza, può minare l’equilibrio psichico di chi ne è sottoposto proprio per l’impossibilità di ripristinare una comunicazione valida bloccandola simultaneamente in tre campi: pensiero, comportamento ed emozioni.
Aldilà del campo psicopatologico, spesso ci si imbatte in una miriade di doppi messaggi, anche in campo pubblicitario, politico o nella quotidianità delle relazioni.
All’interno di una relazione di coppia, ad esempio, a chi non sarà mai capitato di rimproverare il partner di non concedergli più attenzioni come regalare dei fiori o dire più spesso “Ti amo” e di essere poi accusato di non essere stato sincero o di averlo fatto solo dietro suggerimento?!
Perché si possa manifestare una situazione di doppio legame è necessaria la sussistenza di vari elementi:

  • la presenza di due o più persone di cui una diventa la vittima;
  • la ripetizione, nel tempo, dell’esperienza paradossale, tale che il doppio legame si consolidi come un’aspettativa abituale;
  • il coinvolgimento della persona in una relazione emotivamente intensa in cui risulta fondamentale discriminare correttamente il messaggio che gli viene comunicato;
  • la presenza di due ingiunzioni che si escludono e negano a vicenda, e di una terza che vincola il soggetto non permettendogli di sottrarsi a questi vincoli senza contravvenire a ciò che sente e prova in una situazione insostenibile.

Occorre precisare, tuttavia, che l’essere posti di fronte a queste ingiunzioni non è condizione sufficiente a sviluppare uno stato patologico ma molto dipende anche dalle caratteristiche del contesto, da quelle personali o relazionali, dalle risorse individuali.
Gli effetti che possono impattare sulla personalità di chi si trova immerso nella dinamica del doppio legame comprendono una grande insicurezza personale dettata da una continua distorsione della percezione della realtà e delle relazioni, profondi sensi di colpa determinati dall’incapacità di provare ciò che si dovrebbe provare secondo l’altro in quella situazione, ed una confusione di valori messi in dubbio da tali paradossi comunicativi.
Ma si può uscire da tale dinamica relazionale e in che modo?
Il ricevente ha davanti a sé due modalità: la prima è quella di non rispondere e di non reagire con la conseguenza però di isolarsi e prendere distanze da quella relazione, e la seconda, più faticosa ma funzionale consiste nel metacomunicare, ovvero aprire un pensiero non sul contenuto di quella comunicazione ma sull’aspetto della relazione.

Per approfondire:

  • Bateson G., Jackson D.D., Haley J., Weakland J., Toward a theory of schizophrenia, 1956;
  • Bateson G., Verso un’ecologia della mente, Adelphi, 1972;
  • Watzlawick P., La realtà della realtà. Confusione, disinformazione, comunicazione, Ed. Astrolabio, 1978.

Autrice: Lorella Cartia

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