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Il fenomeno dei NEET: ragazzi fuori!

Uno dei fenomeni, figlio di questa epoca e, purtroppo, sempre più in espansione fino a costituire una vera e propria generazione, è noto con il termine di NEET, usato per descrivere le persone che non sono coinvolte in alcuna attività educativa, lavorativa o formativa.
“NEET” è un acronimo che sta per “Not in Education, Employment, or Training” che significa letteralmente “Non in istruzione, lavoro o formazione”.
Questa definizione può includere diverse tipologie di persone: giovani che non frequentano le scuole o che non hanno completato il ciclo di studi, altri che potrebbero aver terminato la scuola ma non essere riusciti a trovare lavoro o ad accedere ad ulteriori opportunità educative; persone incapaci di lavorare a causa di malattia o disabilità; giovani che, nonostante alti livelli di formazione, non trovano corrispondenza nel mercato del lavoro; o ancora persone scoraggiate da esperienze lavorative negative che manifestano scarsa fiducia nella propria condizione.
Questo status può portare una serie di sfide con cui doversi confrontare quali la mancanza di opportunità lavorative, la perdita di autostima, l’isolamento sociale con possibili impatti negativi sulla loro qualità della vita e sul loro benessere complessivo.
A livello sociale, esso può contribuire a cicli di povertà, esclusione e disuguaglianza.

Quali sono le cause di questo fenomeno dei NEET?

Le cause dei NEET sono complesse e multifattoriali, risultato di una combinazione di fattori personali, familiari, socioeconomici ed ambientali.
Tra le cause comuni vi sono la mancanza di accesso a opportunità educative di qualità, problemi familiari o personali, disabilità, problemi di salute mentale, mancanza di supporto di una rete formale e informale, disuguaglianze socioeconomiche.
La difficoltà di integrarsi nel sistema educativo o nel mercato del lavoro crea un circolo vizioso di esclusione sociale e disconnessione le cui conseguenze possono essere profonde e durature.

Quali motivazioni psicologiche alla base di questo fenomeno?

La condizione di NEET può essere influenzata da una serie di motivazioni psicologiche, tra cui:

  1. bassa autostima, che può far sperimentare difficoltà nel trovare un senso di valore personale e fiducia nelle proprie capacità;
  2. frustrazione e disillusione, provate davanti all’esperienza di fallimento o di difficoltà nel raggiungere obiettivi educativi o lavorativi desiderati;
  3. isolamento sociale, che può essere sia una causa che una conseguenza del diventare NEET;
  4. depressione e ansia, o disturbi dell’umore possono avere un impatto significativo sulla motivazione e sull’energia di un individuo da investire nella ricerca di lavoro o nell’iscrizione a programmi educativi;
  5. mancanza di prospettive future, ovvero la percezione di un futuro incerto o di mancanza di opportunità può influenzare la motivazione e l’orientamento degli individui. Senza una chiara visione di cosa potrebbe riservare loro il futuro, alcuni giovani potrebbero sentirsi non stimolati nel cercare di obiettivi educativi o lavorativi;
  6. sfiducia istituzionale riguardo alle opportunità disponibili con il conseguente ritiro dall’istruzione o dal mercato del lavoro, percepiti come inaccessibili o non adatti alle loro esigenze.

È importante considerare che queste motivazioni possono interagire e influenzarsi reciprocamente, creando un ciclo negativo che può essere difficile da rompere.

Quali opportunità di intervento allora?

Il fenomeno dei NEET rappresenta una sfida sociale complessa che richiede una risposta multidisciplinare e integrata che tenga conto di varie dinamiche psicologiche e sociali al fine di promuovere una società più equa, inclusiva e resiliente.
Per affrontare tale complesso fenomeno, sono necessari interventi mirati che forniscano sostegno e opportunità, tra cui: programmi di orientamento professionale e formazione che tengano conto delle specifiche esigenze individuali; servizi di supporto psicologico e sociale per gestire sentimenti di frustrazione o ansia e sviluppare strategie di coping efficaci; crescita di competenze trasversali; sostegno sociale e comunitario per promuovere la partecipazione e il senso di appartenenza alla comunità, ad esempio gruppi di supporto tra pari, attività ricreative e di volontariato pensati come opportunità per stabilire legami significativi e sviluppare abilità sociali.

Per approfondire:

  • Crocetti E., Jensen Arnett J., Lynn Tanner J., Il fenomeno NEET: analizzare i giovani che non hanno lavoro, istruzione o formazione, Springer, 2020;
  • De Rossi D., NEET: Nuovi percorsi di ricerca, politiche e interventi, Carocci Ed., 2019;
  • Marelli E., Giovani NEET. Disoccupazione, Inattività e Istruzione: Quale futuro?, Franco Angeli, 2017;
  • O’Reilly J., Leschke J., Ortlieb R., Seeleib-Kaiser M., Giovani in transizione: il fenomeno NEET in Europa, Palgrave Macmillan, 2012.

Autrice: Lorella Cartia

 

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