Presupposto base del modello sistemico-relazionale è l’osservazione e la valutazione dei comportamenti dell’individuo in relazione all’ambiente in cui egli è vissuto, intendendo per ambiente la rete di rapporti interpersonali significativi, in primis quelli della famiglia di origine.
Considerare il singolo come inevitabilmente e strettamente legato agli altri membri del suo sistema di appartenenza, produce un cambiamento anche nel modo di considerare le “sue” problematicità. Esse quindi non possono e non devono, secondo il modello sistemico-relazionale, essere viste come prerogativa esclusiva dell’individuo che comunque le manifesta, ma come eventi che condizionano le sue relazioni familiari e che sono la rappresentazione evidente e tangibile di una disfunzione del sistema familiare nella sua interezza.
Assistiamo quindi ad una importante modifica portata da questo approccio relativamente alla lettura dei sintomi, ridefinendoli e spiegandoli sempre in un’ottica relazionale. Oltre che nel sistema familiare, che rimane comunque l’ambito privilegiato, le dinamiche disfunzionali possono essere anche riconducibili al contesto lavorativo, scolastico, al gruppo dei pari, al sistema diadico della coppia ecc…