
La creatività nel pensiero divergente
Colui che per primo introdusse il concetto di pensiero divergente fu lo psicologo americano Guilford nel 1967, sostenendo che questa tipologia di pensiero rappresenti la radice della creatività e della capacità di adottare soluzioni maggiormente efficaci ed innovative ad un dato problema, sfruttando ed elaborando svariate alternative e costruendo nuove possibilità, uno stimolo all’emersione di idee più funzionali.
Differente, sempre secondo la visione di Guilford, è invece il pensiero definito convergente attraverso il quale ci si concentra esclusivamente su un’unica risposta senza considerare alternative, come se fosse la sola possibile, dunque pensabile.
Va però precisato che pensiero divergente e creatività non sono la stessa cosa e non coincidono necessariamente, ma il primo costituisce un’abilità che favorisce ed alimenta anche la creatività, rappresentando una componente che può permettere la produzione di soluzioni originali, artistiche e fuori da ciò che è definito solito e convenzionale.
Ma da quali fattori è costituito il pensiero divergente?
Tra gli elementi caratteristici troviamo:
- la fluency o fluidità che fa riferimento al quantitativo di idee elaborate, di produzione di svariate alternative, senza che ciò comporti un eccessivo sforzo;
- la flessibilità che riguarda il saper cogliere collegamenti fra pensieri apparentemente differenti e distanti, passando quindi da un’idea ad un’altra in modo correlato;
- l’elaborazione, ossia saper estendere in modo ricco e dettagliato le idee;
- la capacità di valutazione che aiuta a selezionare il pensiero più adeguato all’obiettivo da raggiungere e al problema da risolvere.
È per tali aspetti e punti di forza che il pensiero divergente viene anche definito produttivo nonostante non rappresenti in assoluto la modalità migliore, né l’unica, di problem solving.
Molti studi hanno inoltre messo in evidenza un forte legame tra l’affinamento del pensiero divergente e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, l’empatia, la spinta motivazionale e la qualità delle relazioni sociali.
Esistono diverse modalità utili allo sviluppo ed al rinforzo di questa modalità di pensiero come:
- evitare qualsiasi forma di giudizio, che sia l’elogio o, al contrario, la critica;
- valorizzare ciò che può apparire insolito e le diverse prospettive;
- considerare i punti di vista nuovi che possono aprire opportunità da esplorare.
Allenare il pensiero divergente sembrerebbe essere fondamentale, come precedentemente specificato, per potenziare la creatività e la capacità di ragionare fuori dai soliti schemi, andando incontro all’innovazione e trovando alternative originali a preesistenti problemi, oltre ad incoraggiare l’immaginazione e rendere il pensiero più flessibile.
In conclusione, apprendere o rinforzare un modo di pensare che esca dal comune e dal convergente rompendo gli schemi, modificando la visione del problema e apportando nuove soluzioni, può contribuire al superamento di situazioni in cui ci si può sentire disorientati o fermi su problemi di difficile risoluzione che a volte non sappiamo come gestire ed affrontare.
Per approfondire:
- De Bono E., Creatività e pensiero laterale, Rizzoli, 2001;
- Griffiths C., Pensiero creativo, Apogeo, 2022;
- Kaufman S., La mente creativa, Giunti, 2018.
Autrice: Ilaria Corona