La solitudine: il luogo dove ritrovare se stessi
Esistono periodi nella vita di ogni persona, fasi critiche che ci segnano in modo indelebile e nelle quali sentiamo che l’armonia raggiunta vada irrimediabilmente in frantumi, soprattutto se all’imprevedibilità di alcune circostanze si uniscono pregresse problematiche che già avevano indebolito le nostre capacità di reazione e sopportazione.
Ecco allora che prendono il sopravvento sentimenti di impotenza e disperazione che portano ad osservare ogni aspetto della vita in chiave negativa.
Ma è davvero tutto perso e senza prospettive di cambiamento o di opportunità di miglioramento?
È possibile che qualcosa di buono possa emergere anche dalle macerie?
Di certo arrendersi non è tra le alternative da prendere in considerazione!
In questi momenti può rivelarsi utile e funzionale ricercare nella propria memoria i ricordi dei periodi sereni e rivivere, recuperandole, quelle emozioni positive di gioia e spensieratezza.
Questo perché atteggiamenti e pensieri negativi attireranno altrettanta negatività, portando al rischio di non riuscire a pensare diversamente.
Inoltre, confidarsi e condividere con chi ci è emotivamente e affettivamente vicino può rappresentare un modo per esternare e far emergere le paure, oltre a permettere di scongiurare il totale isolamento emotivo.
È inevitabile sentirsi soli quando, come in questo periodo più che mai, siamo costretti a tenere la distanza dagli altri, dalla nostra normalità, dalla vita, ma nella solitudine non abitano solo assenza, mancanza di opportunità e privazione.
Indubbiamente, ci sono modalità molto diverse di affrontare lo stato di solitudine e ciò, in parte, dipende dalle caratteristiche di personalità di ognuno.
Alcuni riescono ad affrontarla e gestirla senza subire un eccessivo carico di conseguenze negative, poiché colmano il proprio tempo con numerose attività piacevoli, magari tralasciate in precedenza e recuperate in questo spazio nuovo che richiede inevitabilmente una necessità di reinventarsi.
Altri, di contro, potrebbero però subire un vero e proprio crollo emotivo specie se già erano presenti condizioni di maggiore vulnerabilità psicologica e pregresse difficoltà familiari, lavorative e personali.
Le reazioni sono, quindi, tra le più disparate e, soprattutto, un comportamento che accomuna la maggior parte delle persone nel tentativo di gestire la solitudine è quello di allontanarla, di averne paura, di respingerla come nemica.
La solitudine può contenere depressione ma può anche permettere la scoperta di risorse inimmaginabili, di modalità nuove e stimolanti di gestire la quotidianità, di creare e di vivere i rapporti ideando soluzioni altre rispetto alla nostra norma per sfuggire all’isolamento.
La solitudine è, allora, non solo fonte di sofferenza, ma attivatrice di una nuova forza, non una condanna alla disperazione, ma una possibile strada che conduce alla scoperta di aspetti della propria interiorità rimasti per tanto tempo inesplorati e sconosciuti.
A volte ciò che più spaventa dell’essere soli è la mancanza di riconoscimento da parte degli altri ai quali spesso, troppo spesso, concediamo il potere di attribuirci valore.
Non è raro che ci si consideri di riflesso al giudizio che gli altri hanno di noi e sulla base del grado di accettazione sociale, perdendo il senso più valido del proprio personale modo di vedersi e considerarsi.
È qui che la solitudine potrebbe avere la sua importanza, riconsegnandoci l’opportunità di avvicinarci di più a noi stessi, alla nostra parte più profonda con la quale sintonizzarci, ripristinando un dialogo autentico e profondo.
In questo luogo che tanto spaventa possiamo però incontrare qualcuno con cui comunicare intimamente, con il quale scoprire nuovi modi di ascoltare e di esplorare, qualcuno da valorizzare come mai abbiamo fatto prima, è proprio lì che possiamo ritrovare davvero noi stessi!
Per approfondire:
- Bani A., La solitudine. Aspetti psicologici e psicopatologici, Debatte, Livorno, 2016;
- Fagni D., La paura di vivere. La solitudine come esperienza, ETS, Pisa, 2007;
- Lobsang S., Turci E., La leggerezza della solitudine, Psiche, Torino, 2014.
Autrice: Ilaria Corona