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Le mamme bambine: diventare madri in adolescenza!

Indipendentemente dall’età di una donna, l’esperienza della gravidanza è una condizione di grande complessità che rimanda a stadi precedenti di sviluppo, riattivando gli schemi relazionali e di attaccamento con le figure genitoriali sperimentate in infanzia, in modo particolare con la propria madre.
L’adolescenza di per sé è una fase evolutiva caratterizzata da drastici cambiamenti, un periodo di passaggio dove ancora la personalità individuale non si è del tutto delineata.
Questo aspetto non può che condizionare la preparazione alla maternità e alle nuove e profonde modifiche che tale evento comporta!
Una delle caratteristiche dell’adolescenza è il desiderio di mostrarsi autonomi e indipendenti, non più bisognosi delle cure genitoriali, ma la gravidanza, sebbene manifesti proprio la tendenza inconsapevole di staccarsi dalla madre, comporta invece il verificarsi della condizione opposta, ossia un aumento della necessità di vicinanza e di supporto della figura materna.
Un conflitto questo che può complicare la già difficile costruzione dell’identità femminile della ragazza adolescente.
La qualità della relazione con la madre sembrerebbe essere uno dei fattori predittivi di quella che sarà la personale capacità di affrontare adeguatamente la gravidanza e la maternità, ma è bene sottolineare che sono diverse le condizioni di influenza in questo senso, tra cui l’ambiente sociale di appartenenza, il grado di istruzione, la condizione economica, il livello intellettivo raggiunto e preesistenti problematiche comportamentali, oltre alla presenza/assenza di un buon contesto familiare di supporto e di sostegno sociale.
Alcuni sistemi familiari, infatti, non si mostrano in grado di sostenere, né praticamente né emotivamente, le adolescenti che in questo delicato momento avrebbero più che mai bisogno di un solido contesto affettivo di riferimento.
Un altro importante fattore che si è dimostrato basilare, per la formazione di una funzionale competenza genitoriale delle mamme adolescenti, è l’aver raggiunto una valida “self individuation” (Ammaniti, 2001), ossia la capacità di sapersi differenziare dalla propria madre, riuscendo a mostrarsi autonome in vari ambiti, pratici e psicologici.
Questa forma di differenziazione e autonomia può essere, ad esempio, rappresentata dall’andare a vivere in un contesto diverso dalla casa genitoriale.
Il rischio che si corre in assenza della self individuation è quello di creare “modalità adesive e confusive” nella relazione madre-figlia, che potrebbero poi essere riprodotte nel futuro rapporto con il proprio bambino, cadendo nella minaccia di instaurare legami disfunzionali e nell’impossibilità di formare un attaccamento sicuro, importante nel determinare anche la qualità delle successive relazioni che il bambino andrà a creare.
Al fine di poter garantire un adeguato supporto, sia alle giovani mamme che al loro sistema familiare di appartenenza, sarebbe auspicabile attivare delle reti di sostegno con interventi mirati e differenziati rispetto alle esigenze presentate, che possano agevolare la costruzione di una buona relazione madre-bambino, individuare eventuali fattori di rischio su cui poter lavorare e rinforzare le aree di competenza e le risorse personali e familiari già presenti!

Per approfondire:

  • Ammaniti M., Manuale di Psicopatologia dell’Infanzia, Raffaello Cortina, 2001;
  • Bowlby J., Attaccamento e perdita, Bollati-Boringhieri, 2000;
  • Marcelli D., Braconnier A., Adolescenza e psicopatologia, Masson, 1999.

Autrice: Ilaria Corona

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