Locus of control: destino o autoefficacia?
“Ma perché capitano tutte a me? Quanto sono sfortunato! Allora era proprio destino!“.
Quante volte abbiamo pronunciato queste parole o le abbiamo ascoltate da qualcuno?
In ambito psicologico, spesso si utilizza il termine di locus of control per indicare un atteggiamento mentale attraverso cui è possibile indirizzare i propri comportamenti ed esercitare un controllo sui risultati attesi o desiderati.
In altre parole, se ci sono persone che credono di poter controllare tutto ciò che accade loro, ce ne sono altre che, invece, sono convinte di non avere alcuna possibilità di influenzare gli eventi o le situazioni che si verificano.
Coniato da Rotter nel 1954, il concetto di locus of control permette di distinguere le persone che attribuiscono i risultati ottenuti alle proprie capacità, da quelle che le attribuiscono a circostanze esterne e fuori dal loro controllo.
Nel primo caso si parla di locus of control interno, caratteristico di quelle persone che credono nelle proprie competenze e conoscenze per poter affrontare le situazioni e i problemi che vi si presentano, investendo energie per ottenere i risultati desiderati.
Nel secondo caso, parliamo di locus of control esterno, tipico invece di chi reputi che tutto ciò che succede sia al di fuori del proprio controllo e della propria volontà, di conseguenza tenderà ad attribuire sempre ad un fattore esterno ed imprevedibile tutto ciò che succede o il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, sia che lo chiami destino, fortuna o altri elementi soprannaturali!
Sono tanti gli elementi che possono determinare il tipo di locus of control: le caratteristiche di personalità, i fattori culturali o la famiglia di origine intesa come primo contesto di socializzazione attraverso cui il bambino attribuisce senso agli eventi, ai suoi comportamenti e alle sue conseguenze e che incide inevitabilmente sulla sua autostima.
In termini generali, pensare di poter avere un controllo e un’assunzione di responsabilità sugli eventi rende la persona in una posizione attiva nell’affrontare situazioni problematiche e nella ricerca di soluzioni, rispetto a chi si pone in una condizione di accettazione passiva che non gli permette di poter contrastare il corso delle cose in modo da determinarne un cambiamento.
Anche nelle relazioni interpersonali, possedere un locus of control interno permette di porsi in una posizione collaborativa, accogliente e di disponibilità nei confronti dell’altro, rispetto a chi si pone con atteggiamento di inferiorità percependosi come più debole, sottomesso e poco fiducioso in se stesso e nelle proprie capacità.
All’opposto, quando il locus of control presenta rigidità e scarsa flessibilità, esso si riflette in maniera negativa sul benessere psicofisico della persona sfociando in una bassa motivazione e su una disregolazione delle emozioni.
Nello specifico, la persona che agisce prevalentemente con un locus of control interno, seppur abbia una maggiore fiducia nelle proprie competenze e capacità, sembra più incline all’ansia, mentre la persona con un locus of control esterno, sembra più predisposto a stati depressivi, insieme ad una bassa autostima e un ridotto senso di autoefficacia.
Bisogna, però, ricordare che esistono persone, definite bi-loci, che possiedono entrambe le caratteristiche dei tipi di locus of control, mostrando una migliore capacità di gestione dello stress, di problem solving, una buona autostima, senso di autoefficacia e in grado di assumersi in maniera più consapevole, maggiori responsabilità.
Allo stesso modo, non esistono persone che possiedono in maniera assoluta un locus of control squisitamente interno o esterno, ma essi si alterneranno a seconda delle situazioni e di ciò che richiedono di volta in volta.
L’esercizio più utile sarà allora quello di utilizzare le caratteristiche dell’uno o dell’altro con una flessibilità cognitiva che ci permetta di adattarci nel migliore dei modi all’evento con cui siamo chiamati a confrontarci.
Per approfondire:
- Bandura A., Autoefficacia: teoria e applicazioni, Erickson Ed., 1997;
- Caprara G.V., D. Cervone, Personalità, Raffaello Cortina Editore, 2003;
- Rotter, J.B., Generalized expectancies for internal versus external control of reinforcement, Psychological Monographs: General and Applied, 1966.
Autrice: Lorella Cartia