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“Perché non mi ascolti?!” Dietro il silenzio dei bambini

A quale adulto non capita di ripetere ai bambini, per un numero imprecisato di volte, le stesse frasi, che siano rimproveri, imperativi, inviti più o meno espliciti a fare delle cose e, per tutta risposta, ottenere il silenzio?!
E quante volte, davanti a questo silenzio, l’adulto, che sia il genitore o un altro di riferimento, replica innervosito con esclamazioni esasperate tipo “Ti sto parlando! Perché non mi ascolti?”.
Spesso, queste frasi si accompagnano alla sensazione dell’adulto di essere ignorato, poco efficace o autorevole con il risultato di essere carico di rabbia o impotenza.

Ma è davvero così? Davvero i bambini non ascoltano? E quali possono essere le ragioni alla base di questo comportamento così poco tollerabile per i grandi?

In realtà, dietro la convinzione che i bambini non ascoltino, si nascondono molteplici motivazioni da prendere in considerazione, tra cui:

  • lo sviluppo cognitivo. Il cervello dei bambini è in costante sviluppo, e la capacità di focalizzarsi e comprendere le istruzioni complesse non è ancora completamente maturata. Per tale ragione, i bambini, specialmente quelli in età prescolare, sono facilmente distratti e possono avere difficoltà a seguire più di un comando alla volta;
  • autonomia e indipendenza. Una delle tappe fondamentali dello sviluppo è la ricerca di autonomia. I bambini, sperimentando il controllo e la scelta personale, possono ignorare deliberatamente le istruzioni per affermare la propria indipendenza. Questo comportamento, spesso visibile nella fase denominata dei “terribili due” anni, può persistere anche oltre;
  • la modalità di comunicazione. Il modo in cui i genitori comunicano può influenzare il grado di ascolto dei bambini. Ordini troppo complessi, toni autoritari o una comunicazione incoerente possono causare incomprensioni o resistenze;
  • attenzione e interessi. I bambini sono naturalmente curiosi e tendono a concentrarsi su ciò che li interessa di più. Quando sono immersi in un’attività che trovano coinvolgente, potrebbero semplicemente non sentire o scegliere altro;
  • la stanchezza e sovrastimolazione che possono influenzare negativamente la capacità di ascolto dei bambini. Un bambino stanco è meno propenso a rispondere prontamente, mentre l’eccessiva stimolazione sensoriale può portare a un sovraccarico cognitivo;
  • il bisogno di attenzione. A volte, non ascoltare può essere, paradossalmente, un modo per attirare l’attenzione dei genitori. I bambini imparano rapidamente che ignorare le istruzioni può generare una risposta significativa da parte dell’adulto, che si traduce in tempo e attenzione extra.

Comprendere il motivo per cui un bambino sembrerebbe non ascoltare è il primo passo per sviluppare strategie efficaci di comunicazione e relazione, tra cui:

  1. una comunicazione chiara e semplice. Usa frasi brevi e dirette. Evita di sovraccaricarli con troppe informazioni e sii paziente nelle tue richieste. I bambini potrebbero aver bisogno di tempo per adattarsi a nuove routine o regole;
  2. il contatto visivo: mettiti all’altezza del bambino e stabilisci il contatto visivo prima di parlare. Questo aiuta a catturare la sua attenzione;
  3. una routine quotidiana e attività strutturate: ciò può aiutare i bambini a sapere cosa aspettarsi e quando, riducendo il caos e migliorando la capacità di ascolto;
  4. scelte limitate: fornisci al bambino due o tre opzioni tra cui scegliere. Questo lo fa sentire coinvolto e lo incoraggia a seguire le istruzioni;
  5. l’esempio personale: i bambini imparano molto osservando gli adulti. Mostra un buon comportamento di ascolto e probabilmente lo seguiranno;
  6. il gioco di ruolo, che consente ai bambini di imparare meglio in un contesto divertente e non minaccioso;
  7. la gestione delle emozioni, in quanto, spesso, un bambino che non ascolta è sopraffatto dalle proprie emozioni;
  8. il coinvolgimento attivo del bambino nelle decisioni che lo riguardano e rinforzo positivo: elogia i comportamenti positivi che facilitano la motivazione a collaborare.

Oltre a questi suggerimenti, ricordiamoci che l’ascolto è una competenza che si sviluppa nel tempo e che ogni bambino ha il suo ritmo di crescita.

Per approfondire:

Autrice: Lorella Cartia

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