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Psicoterapia familiare

Psicologia Familiare
Se la famiglia fosse un frutto sarebbe un arancio, un cerchio di sezioni tenute insieme ma separabili, con ciascun segmento distinto.

L. C. Pogrebin

Obiettivo della psicoterapia familiare è la “risoluzione di un disagio presente all’interno del nucleo familiare, o sistema familiare”. Tale disagio è spesso derivante da dinamiche relazionali particolarmente conflittuali, relazioni disfunzionali che creano profondi blocchi, e si traduce in diverse conseguenze, nascondendosi dietro svariate vesti, come: disturbi psicologici di uno o più membri della famiglia, problematiche comportamentali o conversioni somatiche, ovvero sintomi o patologie che si esprimono a livello fisico, ma la cui causa dominante è psicologica (emotivo/affettiva).

Quando e perché richiedere una terapia familiare?

Ogni famiglia è chiamata ad attraversare molteplici fasi, tappe necessarie al progredire del suo “ciclo vitale”, le quali potrebbero comportare difficoltà nell’affrontare l’inevitabile cambiamento richiesto, che ostacolano o bloccano il sistema famiglia e impediscono soluzioni interne adeguate, necessarie a fronteggiare le fasi critiche.

Tali eventi di cambiamento, che abbiamo appunto definito critici, possono essere riconducibili, ad esempio, alla nascita di un figlio, alla sua adolescenza, all’uscita di casa dei figli adulti o a eventi dolorosi, per quanto attesi, come il lutto. A questi possono aggiungersi altre condizioni, definite come paranormative, cioè non attese, che minacciano profondamente l’equilibrio familiare, le relazioni interne, il benessere di tutto il sistema, incentivando ulteriori crisi che necessitano di un tempestivo intervento, come: malattie, incidenti, separazione coniugale, divorzio, trasferimenti etc…

Un percorso di psicoterapia familiare, quindi, promuoverebbe le risorse già presenti nella famiglia, riattivandole con la finalità di consentire il superamento delle criticità incontrate e raggiungere un nuovo, ritrovato equilibrio.

E se “il problema è solo di uno”?

Spesso la famiglia è motivata a richiedere una terapia familiare a seguito della presenza di “sintomi” di uno solo dei componenti del nucleo famigliare (ad esempio comportamenti definiti preoccupanti di un figlio adolescente, problemi relazionali del bambino a scuola etc..). Il disagio di “uno” crea confusione nella richiesta di terapia: meglio un percorso individuale oppure una psicoterapia famigliare?

Ad onor del vero, seguendo l’impostazione sistemico-relazionale, è comprovato che il sintomo di uno è espressione di una problematica interna alla famiglia stessa che appartiene a tutti. In altre parole, l’individuo sintomatico (o paziente designato) diviene portatore delle difficoltà relazionali, della conflittualità o delle problematiche di crescita ed evoluzione della sua famiglia di appartenenza. Il sintomo non può e non deve essere considerato come sinonimo di un disagio individuale, che tocca quindi solo il singolo, ma come espressione di un malessere del sistema famigliare nella sua interezza.

Quali sono gli scopi della terapia familiare?

La funzione della psicoterapia famigliare è quella di aiutare tutti i membri in un processo di facilitazione della trasformazione del sistema, attraverso l’instaurazione di un rapporto di fiducia e di guida. Nella terapia familiare la trasformazione è significativa per tutti, è sinonimo di cambiamento di ognuno rispetto agli altri, con conseguente modifica delle reciproche richieste. Il terapeuta si associa alla famiglia non per educarla o socializzarla, ma per aiutarla a modificare il suo funzionamento interno, affinchè possa svolgere al meglio i suoi compiti evolutivi. Lo scopo di ogni intervento terapeutico è, dunque, la “FAMIGLIA”, la quale sarà essa stessa la matrice della crescita dei suoi componenti.

Presupposto fondamentale che guida il nostro lavoro è preservare comunque le rispettive identità, oltre che comprendere e rispettare le differenze

Non ci sono pezzi superflui nell’universo. Ognuno è qui perché ha uno spazio da riempire, e ogni pezzo deve inserire se stesso nel grande puzzle.

D. Chopra

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