Un amore a sei zampe!
“Fino a quando non hai amato un animale, una parte della tua anima sarà sempre senza luce”
(Anatole France)
Chi possiede un animale domestico spesso definisce questo speciale legame come molto simile a quello che si instaura con una persona cara, un familiare, qualcuno che si ama incondizionatamente. Tale rapporto è talmente esclusivo e investito di significato da non essere diverso dalle relazioni umane, a volte è anche più profondo e leale.
Ma cosa si modifica nella nostra realtà psicologica e relazionale quando ci rapportiamo ai nostri amici animali? Quanto è importante, fin dall’infanzia, possedere un animale domestico?
Numerose ricerche hanno dimostrato quanto i bambini siano istintivamente attratti dagli animali che tendono a preferire rispetto alle loro rappresentazioni oggettuali, come i peluche.
Tale osservazione della naturale predisposizione dei bambini, fin dalla più tenera età, spiega anche il perché nelle fiabe, nei cartoni, nei libri a loro dedicati, i personaggi centrali siano proprio degli animali ricorrentemente umanizzati.
Animali che parlano, che indossano abiti, che vanno a scuola, che consentono così quel processo di identificazione del bambino che sembrerebbe avvenire in maniera più semplice e spontanea, tanto da accettare, senza mostrare alcun problema nel farlo, tali “stranezze” o incompatibilità con la realtà, come qualcosa di naturale.
E sono sempre rappresentazioni di diversi animaletti quei peluche tanto apprezzati dai bambini e utilizzati in particolari momenti: per addormentarsi, per calmarsi, per soddisfare un’esigenza di coccole o per sentirsi rassicurati quando ci si allontana da casa o dalla figura affettiva di riferimento, come la madre.
Sono i cosiddetti oggetti transizionali, descritti da Winnicott, che hanno lo specifico ruolo di fornire conforto psicologico al bambino, colmando e sostituendo il legame simbiotico madre-figlio, specie se questo oggetto mostra similitudini con l’uomo.
Possedere un animale domestico, sin dall’infanzia, è indubbiamente una risorsa che permette al bambino l’acquisizione di diverse competenze relazionali che gli permetteranno poi di rapportarsi in maniera più adeguata sia agli adulti che al gruppo dei pari.
Non solo, sul piano psicologico il bambino impara a sentirsi accettato e amato incondizionatamente, al di fuori della relazione con i genitori, ciò aumenta i livelli di autostima, sollecita l’esternazione di emozioni e sentimenti, spesso troppo difficili da manifestare e condividere, affina il senso di responsabilità e insegna il concetto di cura dell’altro.
L’animale non ti giudica, a lui non interessa il tuo aspetto fisico e sa accoglierti e confortarti anche quando le vicissitudini quotidiane ci rendono scostanti o arrabbiati, rimanendo comunque fedele, attento e disponibile.
Fedeltà, lealtà, affetto incondizionato che risultano tanto preziosi per l’uomo, poiché spesso sono condizioni che non ritroviamo ugualmente espresse nelle relazioni umane.
Ed è dalla constatazione di questo esclusivo legame e dei suoi effetti benefici sull’uomo che nasce la pet therapy, un particolare metodo terapeutico incentrato proprio sulla relazione uomo-animale, utilizzato sempre più spesso per migliorare la convalescenza dei pazienti dopo una malattia o per facilitare l’elaborazione di esperienze traumatiche, o più semplicemente, per favorire i processi di socializzazione, di comunicazione e di sviluppo dei più piccoli, proprio attraverso la modalità del gioco con gli animali.
Questo amore a sei zampe è davvero un tesoro inestimabile, che ci arricchisce ogni giorno e per sempre!
Per approfondire:
- Del Negro E., Pet Therapy: un metodo naturale, un programma di riabilitazione e rieducazione psicoaffettiva, Angeli, 1998;
- Farneti A., La relazione bambino e animale. Un legame speciale, Giunti, 2005;
- Marchesini R., Vivere con gli animali in città, Calderoni, 2000.
Autrice: Ilaria Corona